Callas: nascita di un mito
Letture "aumentate"
In questa 3^ lettura "aumentata" parliamo di Anna Maria Cecilia Sophia Kalogheropoulou.
Come? Non hai idea di chi sia? E se ti dico Maria Callas?
Ah, vedi che la conosci?
Bene, vediamo di partire con alcune informazioni.
Per cominciare diciamo che Callas non è un vero e proprio "nome d'arte", ma il risultato di alcuni passaggi che vedono il lungo e complicato cognome Kalogheropoulou ridursi, nel momento del trasferimento negli Stati Uniti del padre, ad un più corto e semplice Kalos (che, tra l'altro, in greco, significa bello).
In seguito, forse per assonanza o per semplificarne la pronuncia, divenne Callas.
Dopo il debutto ateniese a soli 18 anni, nel 1942, interpretando Tosca, la teatralmente impegnativa eroina pucciniana, fece subito intendere le eccezionali qualità vocali e interpretative.
Nulla di tutto quello che avvenne sarebbe accaduto, però, come spesso succede, senza due elementi fondamentali: un incontro e il caso che lo determinò.
L'incontro fondamentale fu con un'insegnante che intuì le potenzialità della giovane cantante e seppe plasmarne e irregimentarne la voce portandola ad essere quello "strumento" portentoso che fa riconoscere un'incisione della Callas dopo pochi istanti.
Stiamo parlando di Elvira de Hidalgo, celebre soprano, preziosa interprete del Bel canto in stile italiano nei primi decenni del secolo scorso.
E la stessa fortuna la ebbe quando, debuttando in Italia, ebbe insegnamenti teatrli altrettanto fondamentali da Tullio Serafin, Direttore d'orchestra di grande esperienza.
Il secondo elemento, il caso, determinò la residenza forzata della Hidalgo in Grecia durante la Seconda guerra mondiale, dove tenne corsi di canto presso il Conservatorio della capitale.
Fu lì che la giovanissima Maria si presentò, sedicenne, per un'audizione che fulminò l'esperta docente, all'epoca cinquantenne e con 34 anni passati a calcare le scene dei maggiori teatri d'opera mondiali.
Ecco perchè il primo contributo "aumentato" a questa lettura va riservato alla Hidalgo, senza la quale non ci sarebbe stata neppure la Callas.
Ma, prima di passare alla visione ed all'ascolto dei contributi, leggi l'articolo di Paolo Gallarati uscito nell'ottobre 1994 sulla rivista musicale Amadeus.
Per dare il giusto riconoscimento a Elvira de Hidalgo, la docente di canto che le plasmò le doti vocali, ecco una sorta di "aria allo specchio".
Qui a sinistra l'esecuzione dell'aria "Prendi, per me sei libero" dall'Elisir d'amore di Gaetano Donizetti (1797-1848) registrata nel 1909 da Elvira de Hidalgo.
Durante l'ascolto tieni conto del fatto che si tratta di registrazione d'epoca e valuta la finezza dell'emissione, la precisione dell'intonazione, la delicatezza dei passaggi vocali dimenticando per un momento il "suono" a cui siamo abituati oggi dalle moderne attrezzature audio.
Ecco ora la versione della Callas.
Un piccolo riassunto della storia?
Siamo nel secondo atto dell'Elisir d'amore di Donizetti.
In precedenza il povero e sempliciotto contadino Nemorino, innamorato della bella possidente Adina, avendo speso i pochi denari a sua disposizione per acquistare dall'imbonitore Dottor Dulcamara un Elisir d'amore , si era arruolato nell'esercito per poter intascare il compenso alla firma del contratto.
Denaro che gli serviva per acquistare altro Elisir, visto che la dose precedente sembrava non aver scalfito il disinteresse per lui della capricciosa Adina.
In realtà il sentimento puro di Nemorino stava facendo effetto sul cuore della giovane che, riacquistato a sue spese il contratto, lo restituisce a Nemorino con queste parole:
Prendi, per me sei libero
Resta nel suol natio
Non v’ha destin si rio
Che non si cangi un di. Resta!
Qui dove tutti t’amano
Saggio, amoroso, onesto
Sempre scontento e mesto
o, non sarai cosi.
Resta nel suol natio
Non v’ha destin si rio
Che non si cangi un di. Resta!
Qui dove tutti t’amano
Saggio, amoroso, onesto
Sempre scontento e mesto
o, non sarai cosi.